martedì 7 aprile 2009

WE'RE WITH YOU

Salgo in sella e spingo l'acceleratore. E' un'aria nuova quella che c'é adesso, sa di peschi in fiore, di uova di pasqua e di libertà, di cielo sereno e zero nuvole all'orizzonte. Eppure mentre a me sembra tutto così bello, puro e felice, a l'Aquila c'é la desolazione. Dalla notte tra il 5 ed il 6 Aprile più di un centinaio di persone sono morte, rimaste uccise dal crollo delle proprie abitazioni. Scariche di terremoto, onde, scosse così potenti da sbriciolare palazzi e farli crollare giù trascinando con sé storie, famiglie, amicizie ed amori che non avranno seguito. Fino a questa mattina ho seguito le notizie senza troppa attenzione, sapevo della gravità, ma mi ero imposta di non permettere al mio umore di essere influenzato da quelle orribili storie. Tutto perché mi conosco, mi lascio influenzare così facilmente dagli umori degli altri che avrei reso il mio umore da neosedicenne sotto i tacchi. Alla fine però mi sono decisa, ho schiacciato un tasto a caso del telecomando ed mi sono trovata immersa tra le rovine e la disperazione di una città intera. Figli che hanno perso i genitori, padri senza più né mogli né figli. Il mio umore già vacillava dopo qualche minuto. Quando sullo schermo é apparsa una ragazza della mia stessa età in attesa di avere notizie della migliore amica, ancora dispersa sotto le macerie, quando il suo sguardo carico di attese, paure ed ansie si é posato al di là dell'obbiettivo penetrando nel mio ho percepito tutto il dolore che avrei provato se fossi stata lei. Se là sotto ci fossero state le mie migliori amiche. E' orribile. Vorrei poter fare qualcosa per sostenere e aiutare, quindi vi invito tutti a mandare anche solo un piccolo aiuto economico in modo da fare capire all'Abruzzo che siamo loro vicini. Detto questo, un minuto di silenzio per tutte le vittime direi che é dovuto. Riposate in pace

venerdì 3 aprile 2009

THEATRE TEACHES

"La vita degli uomini è simile a una lunga processione in teatro; la sorte conduce la processione e dispone lo spettacolo a suo piacere. I partecipanti della prcessione hanno maschere diverse e variopinte infatti a uno la sorte assegna una maschera regale, e gli incorona la testa con un diadema, a un altro invece (assegna) un volto di servo, un altro poi lo fa ricco e bello, un altro ancora deforme ridicolo. Spesso la sorte esorta i partecipanti della processione a cambiare le maschere, allora uno cade dalla salute alla malattia, mentre il padrone diventa uno schiavo, lo schiavo invece ottiene il regno. Dunque quando la sorte chiede indietro le maschere, alcuni si adirano e si lamentano, credono infatti di avere le maschere per sempre e non conoscono la brevità dei doni della vita.